«La mancanza di riti –d’iniziazione- è un dito nella piaga della cultura educativa contemporanea». Il rituale d’iniziazione presiedeva proprio al transito dallo stato infantile a quello adulto, ma la società contemporanea non ha più riti d’iniziazione.
«I rituali di iniziazione, quasi sempre caratterizzati… da ardue prove fisiche, rappresentavano un prolungamento dell’istintivo gesto elevatorio verso mete più mature, il trampolino di lancio
sociale, per una reale autonomizzazione del giovane». Un rituale è un’esperienza simbolica, non esaurisce l’appuntamento con la vita e la sua complessa storia, ma approfondisce un segno e uno stile.
Oggi, secondo Ivano Gamelli, non si può riproporre un rito iniziatico, perché come vedremo sono mutati i contesti sociali, ma è possibile in un gioco sul serio.
«Noi giochiamo la serietà, giochiamo l’autenticità, giochiamo la realtà, giochiamo il lavoro e la lotta, giochiamo la vita e la morte».
Questo “gioco iniziatico” non può vivere nella quotidianità” «dispiega uno spazio e un tempo sottratti alla prevedibilità quotidiana, l’assunzione dell’impegno a partecipare seriamente, la
compromissione reciproca». Non si dà un gioco iniziatico da spettatori e in particolare:
-“sancisce un ingresso e una uscita”;
-“la conoscenza e il rispetto delle regole come conditio sine qua non del suo funzionamento”;
-“il superamento di prove”;
-“la gerarchia dei ruoli;
-“il confronto con chi lo pratica da più tempo”;
-“l’apprendimento delle mosse”;
-“il coinvolgimento fisico”;
-“la bellezza come luogo di destinazione dei gesti” .
E' lo stupore a mobilitare il senso di un sacrificio, non il sacrificio fine a sé stesso. La bellezza dell’ambiente e il suo poterla gustare sono anche la misura della tensione esplorativa e di ricerca: ecco il perché di giochi iniziatici in natura.
Cosa rimane agli adolescenti di oggi? Giochi iniziatici tra pari orfani dell’adulto e dei padri.
· 2017 “Giochi per adulti in Natura I – Teoria” Prefazione : Ivano Gamelli. Edizione Aracne Roma
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