Nato a Gennaio ho un debito archetipico con questa divinità bifronte: l'abitare le linee di confine tra la città e il mondo selvatico, tra la normalità e la follia, tra l'adultità e l'infanzia (l'adolescenza). Per storia personale, professionale e ricerca in questa terra di limen mi piace sostare e accompagnare chi si perde in questo viaggio-transito. Così come le mie montagne frequentate con l'alpinismo, non ci si può vivere ma solo frequentare, allo stesso modo il limen è terra di transito: transito denso di crisi e quindi di apprendimento e cambiamento. Giano con il suo doppio volto uno rivolto al futuro e uno al passato è proprio nel confine di contatto tra l'anno che muore e quello che viene, tra i confini delle mura della città romana (protettore delle porte) e dei ponti. Chi vive nel limen ha sempre un contatto con l'al di là, denso di perigli ma anche di possibilità mai viste nella vita ordinaria. Anche nel mio lavoro educativo con l'adolescenza entro in contatto con i non più bambini e non ancora adulti, che devono sperimentarsi nel limen in prove straordinarie (fuori del tempo e dei luoghi ordinari). Io stesso abito nella pedemontana veneta proprio ai confini tra la vita antropizzata della città e i piedi dei giganti di pietra ed alberi chiamate Dolomiti.

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